Maria Lai la vita
Maria Lai nasce nel 1919 ad Ulàssai. Piccola e cagionevole di salute è costretta a trasferirsi al mare. Durante questi lunghi mesi di solitudine si manifesta la sua inclinazione naturale per il disegno.
Nel 1933 muore la sorellina minore Cornelia. Nello stesso periodo Maria posa come modella per Francesco Ciusa. Rimane affascinata dalla bottega dell’artista e dall’atmosfera dalla quale il mondo dell’arte è avvolto. Frequenta le scuole secondarie a Cagliari e nel 1939 si iscrive al liceo artistico di Roma. Durante gli studi romani emerge il suo talento giudicato dai suoi professori maturo, essenziale e rapido.
Completati gli studi si reca prima a Verona, poi a Venezia dove, senza nessun sostegno economico da parte dei genitori, si iscrive all’Accademia delle Belle Arti. Nel 1945 ritorna in Sardegna rimanendo sull’isola fino al 1954, periodo durante il quale nasce l’amicizia tra lei e lo scrittore Foiso Fois.
Di ritorno a Roma, Maria Lai porta con sé un carico di tristi ricordi e di lutti, questo però non le impedisce di gestire una sua personale con disegni presso la galleria L’Obelisco di Irene Brin, correva l’anno 1957. Dopo la mostra sembra che la carriera dell’artista prenda una vigorosa impennata ma, improvvisamente, Maria Lai decide di ritirarsi dal mondo dell’arte dal quale rimarrà lontana per ben 10 anni.
Nel corso del tempo si avvicina a poeti e scrittori, per tutti i favolosi anni ’60 coltiva un legame di amicizia con Giuseppe Dessì. Attraverso l’amico riporta alla luce la potenza e la suggestività delle leggende legate alla sua Sardegna, trae impulso dai libri di Dessì e capisce quanto sia importanti le sue origini.
Il suo soggiorno romano le serve per studiare le nuove correnti artistiche, traendo ispirazione per i suoi futuri interventi sulla materia attraverso gli oggetti creati a telaio oppure come il pane antico sardo, iniziando coì il suo vero percorso artistico.
Il 1971 è un anno di lutto profondo ma, allo stesso modo, segnato dalla sua grande creatività. Muore Gianni, l’unico fratello rimasto, in un incidente aereo, ed espone i primi telai presso la Galleria Schneider di Roma.
Nel 1976 conosce la sua futura curatrice, Angela Grilletti Migliavacca, proprietaria e direttrice della galleria Arte Duchamp di Cagliari. L’anno successivo conosce la storica dell’arte Mirella Bentivoglio la quale permetterà a Maria di sbarcare alla Biennale di Venezia nel 1978.
Il decennio successivo è caratterizzato dal ciclo delle Geografie e dei Libri cuciti. La sua fama inizia a crescere. Intraprende le prime azioni sul territorio da lei amato, l’Ogliastra, tra le quali spicca “Legarsi alla Montagna”. La sua opera prima che la porta all’ideazione delle sue future opere ad Ulàssai.
Legarsi alla Montagna
Era l’8 settembre 1981 quando Ulassai fu il palco scenico all’aperto dell’evento che da molti critici fu considerato come una delle realizzazioni più significative d’arte moderna.
Tutta la comunità del paese partecipò a questa iniziativa, ispirata ad un’antica leggenda: Sa rutta de is’Antigus (la grotta degli Antichi). Ripresa da un fatto realmente accaduto nel 1861, la storia racconta di un giorno infausto quando un costone di roccia, staccandosi dalla montagna, travolse un’abitazione, uccidendo tre bimbe. Un’altra bimba riuscì a salvarsi, perché, inseguendo un fiocco azzurro, era uscita dalla grotta poco prima del crollo della frana. Maria Lai, riprendendo la leggenda, con un filo celeste lungo 27 km, unì le case di Ulàssai al soprastante monte Gedili.
«Lasciai a ciascuno la scelta di come legarsi al proprio vicino. E così dove non c’era amicizia il nastro passava teso e dritto nel rispetto delle parti, dove l’amicizia c’era invece si faceva un nodo simbolico. Dove c’era un legame d’amore veniva fatto un fiocco e al nastro legati anche dei pani tipici detti su pani pintau»
Sempre nel 1981 realizzò una Via Crucis mentre, in paese, nasceva il “museo a cielo aperto” grazie alle sue opere e alle installazioni di vari artisti tra i quali spicca il nome dell’amico Costantino Nivola, il quale, nel 1982 qui realizzò la sua ultima opera: Fontana Sonora. Oggi, questo insieme di opere straordinarie prendono il nome di Museo Maria Lai.

Museo Stazione dell’Arte
Anni ‘ 90 il museo La stazione dell’Arte
Negli anni novanta i cicli delle sue opere prendono forma assemblandosi con armonia l’una con l’altra. La velocità dei suoi disegni si intreccia a grovigli di fili, di corde di telaio e di Geografie. Le sue creazioni, apprezzate a livello internazionale, diventeranno sempre più ricercate.
Gli ultimi anni della sua vita Maria Lai ha vissuto e lavorato in una casa di campagna a Cardedu. L’8 luglio del 2006 ella stessa inaugura il Museo di Arte Contemporanea Stazione dell’arte.
La galleria, situata proprio nella vecchia stazione ferroviaria di Ulàssai, raccoglie circa 140 pezzi delle sue opere donate alla comunità dall’artista.
Muore nel 2013 all’età di 94 anni. Riposa nel cimitero di Ulàssai accanto ai suoi familiari. Chi l’ha conosciuta la descrive come una signora mite e generosa, un’artista vulcanica innamorata della suo piccolo paese, arroccato sulla montagna ogliastrina. Maria Lai è oggi riconosciuta come una tra gli artisti più significativi della Sardegna.