Villanova Strisaili, frazione del comune di Villagrande Strisaili (il paese dei centenari), è un piccolo abitato, situato al centro di un altipiano, alle pendici del Gennargentu.
Villanova, oggi, (apparentemente) ha l’aspetto di un luogo quasi disabitato.
Le nuove generazioni si sono gradualmente spostate nelle grandi città sarde e nel continente. Nonostante questo, però, il paese vive grazie ai volenterosi giovani rimasti.
Uomini e donne che hanno creato diverse nuove imprese, legate alla pastorizia ed alla coltivazione, dimostrando una fedeltà straordinaria al luogo che li ha visti crescere.
Gli anziani centenari invece, custodi delle tradizioni, siedono sereni sulle panchine della piazza centrale, parlando tempi antichi, respirando aria pura, mangiando prodotti del loro orto.
Villanova Strisaili il paradiso delle mele
Stefania Sulis, soprannominata (da me) la “signora delle mele”, è la figura di spicco della società cooperativa villanovese “frutteto Gennargentu”.
Una realtà commerciale non industriale, con una filosofia di produzione bio, a kilometro zero. Produce, effettua la raccolta a mano, dagli alberi, vari tipologie di questo prezioso alimento (immancabile nelle dieta dei centenari) ovvero le royal, fuji, granny ramsey, pink lady, golden delicius e le melette sarde di San Giovanni.
La cooperativa nasce nel 2012, sul terreno di una zona prospiciente al paese, chiamata Donnu Periccu. Un angolo di paradiso con vista su Bruncu Spina, a circa novecento metri di altitudine, irrigato da sorgenti perenni di acqua purissima.
La produzione di mele e ciliegie, tutt’oggi è il fiore all’occhiello di questa piccola, ma operosa realtà. Mi ha detto Stefania una volta:
“In questo angolo di Sardegna, la terra, se saputa lavorare, rende.”
Il Gennargentu
Sullo sfondo di Villanova Strisaili, dominano il paesaggio le montagne del Gennargentu, la catena montuosa più alta di Sardegna.
Un’ecosistema perfetto, ricco di vegetazione, abitato da animali selvatici e prospero di sorgenti di acqua purissima.
Il lago artificiale alto Flumendosa è un’altra attrazione importante di questo territorio. Villanova Strisaili, per la sua vicinanza a diversi luoghi immersi nella natura, meravigliosi, da visitare, è indubbiamente il luogo l’ideale per vacanze rilassanti e disintossicanti.
Le piscine naturali di Bau Mela
Non lontano dal paese di Villanova, nell’omonimo territorio, si trovano le oramai famose piscine naturali di “Bau Mela” ovvero “il guado della mela”.
Una piccola oasi nella quale scorre un fiume, arginato da massi granitici millenari. Impetuoso d’inverno e luogo di ristoro, di bagni rinfrescati in estate.
Bau Mela è raggiungibile tramite un sentiero, corto, ma impegnativo. Sono obbligatorie le scarpe chiuse, no ciabattine o infradito. L’acqua è fredda, anche in piena estate.
Spesso sono affollate. La crescita che, in questi anni, ha avuto il turismo ecosostenibile ogliastrino, ha fatto di Bau Mela un luogo molto visitato.
I ragazzi di Villanova, impavidi, si lanciano in acqua da altezze improponibili a chi non ha dimestichezza con il fondale della piscina naturale.

Bau Mela (foto di Gian Luigi Bonicelli)
Il paese ed i suoi racconti
Villanova Strisaili era un punto di collegamento strategico tra Lanusei e Nuoro.
La popolazione maschile, dedita alla pastorizia ed alla produzione di prosciutto (assolutamente da assaggiare) viveva la sua quotidianità nei pascoli, dislocati sulle meravigliose alture del Gennargentu.
Le donne, rigorosamente vestite con l’abito sardo, si occupavano della famiglia, della casa e dei figli.
I villanovesi trascorrevano le loro giornate lavorando duramente. Erano pochi i momenti di svago.
Uno di questi era, ed è tutt’ora, la festa di San Basilio che si svolge, ogni anno, la terza domenica di giugno.
Il piccolo centro abitato, in pochi giorni, si riempiva di pellegrini, giunti da ogni parte della Sardegna, per chiedere grazie e guarigioni al Santo.
Per i giovani, una delle occasioni per fare conoscenza, erano le feste. I balli sardi, che periodicamente animavano la piazza centrale, erano la scusa perfetta per socializzare.
Sono rimasta affascinata dai racconti su quei momenti di distrazione. I ragazzi invitavano le ragazze, non viceversa. Quest’ultime aspettavano la proposta sedute.
Se una di loro rifiutava di ballare con chi l’aveva sollecitata non poteva accettare (durante lo stesso ballo) un invito da altra persona, per una questione di rispetto.
Don Vinante il parroco venuto dal nord
Don Vinante è stata una figura che ha lasciato un’indelebile ricordo in diverse generazioni di villanovesi. Sono molti i racconti dei paesani, legati alla sua presenza, nel piccolo centro abitato di Villanova Strisaili.
Uomo venuto dal nord, parroco tenace, animato da una fede profonda, Don Vinante è stato molto amato dai suoi parrocchiani, nonostante i suoi modi, a volte, un pò burberi.
Mi è stato raccontato che non sopportava la presenza, in chiesa, di donne con la gonna troppo corta. Se qualcuno osava parlare durante la Messa si zittiva guardando il colpevole con insistenza.
Quando entrava in un bar iniziava a pregare recitando l’Ave Maria, guai se i presenti non lo seguivano.
Don Vinante amava camminare perché, come diceva lui stesso, “Gesù non aveva la macchina”.
Famosi sono anche i racconti sui suoi viaggi in autostop, a Cagliari e Nuoro. Tutti sapevano chi fosse e (soprattutto) sapevano che, concedendogli un passaggio, il tragitto sarebbe stato scandito da Rosari alla Vergine Maria e preghiere al Padre.
“Un signore che viaggiava in direzione di Nuoro trovò Don Vinante all’uscita di Tortolì che chiedeva un passaggio:
“dov’è diretto?”
“a Nuoro figliolo, me lo daresti un passaggio?”
“peccato Don Vinante, io sto andando a Cagliari” ha risposto il signore, mentendo, perché voleva evitare di pregare lungo tutto il viaggio. “Però l’avrei accompagnata volentieri a Nuoro”
“non fa niente figliolo, portami pure a Cagliari che ne approfitto per andare in regione”
E così quel signore lo portò a Cagliari, pregando per due ore e passa, prima che gli riuscisse finalmente ad andare a Nuoro per le sue faccende.*
Da uomo di montagna fu un grande amante della montagna sarda. Grazie a lui, ed alla sua tenacia, fu innalzata la Croce che tutt’oggi svetta da Punta la Marmora, il rilievo più alto del massiccio del Gennargentu, della Sardegna intera.
Morto nel 2012, all’età di 90 anni, la sua salma riposa adesso nel piccolo cimitero di Elini.

Croce su Punta La Marmora la vetta più alta di Sardegna (foto di Gian Luigi Bonicelli)
- Villanova Strisaili (foto di Gian Luigi Bonicelli)
- Lago Flumendosa (foto di Gian Luigi Bonicelli)
- Panorama (foto di Gian Luigi Bonicelli)
- Punta la Marmora (foto di Gian Luigi Bonicelli)
- Bau Mela (foto di Gian Luigi Bonicelli)
- Piscina naturale (foto di Gian Luigi Bonicelli)
*Rina Brundu “Argento vivo”: