Autunno in Barbagia a novembre 2025 entra nella sua fase culminante, trasformando i borghi montani in teatri di socialità, ospitalità e riscoperta culturale. Novembre, in Barbagia, non è un mese di malinconia autunnale, ma un periodo di profonda metamorfosi e intensa bellezza che prepara l’anima dell’isola al rigore dell’inverno.
Il paesaggio barbaricino, paradiso di boschi e natura selvaggia, in questo mese offre uno spettacolo cromatico unico. La bellezza della natura e l’aria frizzante della montagna si intrecciano con i profumi dei mangiarini buoni della festa: l’aroma della carne arrosto, il sentore intenso del Cannonau e le castagne che scoppiettano sui bracieri.
1-2 novembre: Desulo
Desulo, nel cuore del Gennargentu, inaugura novembre con l’evento “La Montagna Produce”. L’agricoltura e l’allevamento di alta quota diventano protagonisti, con eccellenze come torrone, castagne e salumi tipici.
Passeggiando tra le antiche vie del rione di Ovolaccio, noto come “rione della poesia” (che accolse Montanaru), i visitatori scoprono la preziosa arte della filigrana, tramandata da generazioni.
- Piccolo Mamuthone
- I campanacci del Mamuthone
7-8-9 novembre: Mamoiada
Mamoiada, epicentro del mistero barbaricino, accoglie i visitatori con i suoi rituali ancestrali. L’evento è dominato dalle maschere iconiche dei Mamuthones e Issohadores, con la suggestiva vestizione che rievoca secoli di storia. Da non perdere il Museo delle Maschere Mediterranee, la misteriosa Stele di Boeri (Perda Pintà) risalente alla cultura Ozieri e le numerose domus de janas. A tavola regna sovrano il Cannonau locale.
8-9 novembre: Ovodda
Ovodda offre un’esperienza più intima, legata alla vita quotidiana del Mandrolisai. Le Cortes si animano con dimostrazioni di macinazione del grano presso l’Antico Mulino comunale, lavorazione del latte e preparazione del formaggio. Una celebrazione della semplicità che completa il quadro culturale della Barbagia.
- Sala costumi sardi Museo ISRE
- Casa museo Grazia Deledda
15-16 novembre: Nuoro e Tiana
Nuoro conosciuta anche come l’Atene sarda. Il capoluogo barbaricino celebra la sua anima culturale. Qui il visitatore può scoprire la casa natale di Grazia Deledda, Premio Nobel per la Letteratura, il Museo Ciusa, il MAN e il Museo della Vita e delle Tradizioni Popolari Sarde (ISRE). A vegliare sulla città, il Monte Ortobene, simbolo granitico e spirituale.
Tiana racconta un capitolo unico di archeologia industriale. Presso il Museo Le Vie dell’Acqua, è possibile assistere a dimostrazioni di follatura dell’orbace (Sa Crachera) e alla macinazione del grano nei mulini storici, testimoni del lavoro che ha sostenuto la popolazione barbaricina per decenni.
22-23 novembre: Atzara e Ollolai
Atzara il borgo dei pittori e del vino Mandrolisai DOC. Le Cortes di Atzara si aprono a mostre d’arte, artigianato e degustazioni. Tra nuraghi, tombe dei giganti e domus de janas, il paese intreccia archeologia, arte e vino.
Ollolai rivive la tradizione della s’istrumpa, antica lotta corpo a corpo risalente all’epoca nuragica. La cultura della forza si accompagna ai sapori tipici: porceddu, culurgiones e pane carasau.
29-30 novembre: Gadoni e Oniferi
Gadoni; Il borgo racconta la sua storia attraverso la Miniera di Funtana Raminosa, oggi parte del Parco Geominerario UNESCO. I visitatori possono esplorare gallerie e villaggi minerari, partecipando anche a rituali tradizionali come is Frakeras.
Oniferi custodisce le straordinarie domus de janas di Sas Concas, il complesso ipogeico più vasto della Barbagia. Qui il silenzio della storia incontra la voce dei tenores, canto sardo riconosciuto dall’UNESCO come Patrimonio Immateriale dell’Umanità. L’Onifestival celebra questa tradizione viva con rassegne musicali e polifoniche.
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