Trexenta, Marmilla, Sarcidano sono tre regioni storiche della Sardegna. Ho avuto il piacere di visitarle durante un press tour organizzato da Istagramers Sardegna
Rimane impressa, nella mia mente, l’esperienza che ho vissuto in quei giorni caldissimi di fine luglio del 2020 (anno covid), forse i più caldi di tutta la stagione estiva.
“Abituata” al mare d’Ogliastra e alle montagne di Barbagia sono rimasta colpita da come, la Sardegna, riesca sempre a sorprendermi con paesaggi completamente diversi tra loro, all’interno del suo stesso perimetro, circondato da spiagge candide e acque turchine.
Il melting pot di popolazioni che hanno abitato l’isola, le leggende, le storie la rendono sempre affascinante, mai banale, un vasto territorio tutto da scoprire e da amare.
Guardandomi attorno, in Trexenta, Marmilla, Sarcidano ho ritrovato molto della mia Toscana.
Distese di campi di grano, balle di fieno giganti adagiate su dolci colline, come nel Chianti, filari d’uva baciati dal sole e tanti piccoli centri abitati, riamasti intatti nel tempo, immersi in un incantevole scenario antico.
Trexenta Marmilla Sarcidano

Treno Verde in sosta al sito nuragico “Is Paras”
Trexenta
Trexenta (nel parlato Trejenta) è un’area prevalentemente collinare; Mandas è uno dei piccoli, deliziosi borghi di questo territorio. Da qui è possibile effettuare un tour a bordo del trenino verde di Barbagia Express.
Nel 2021 è stato il centenario dell’itinerario sardo di David Herbert Lawrence il quale, in compagnia della moglie Frieda von Richthofen, vistò l’isola, viaggiando a bordo di un treno antico, sulle stesse rotaie percorse oggi dal treno verde.
Nacque così “Mare e Sardegna”, il libro che testimonia le usanze, i costumi, le tradizioni ed i personaggi incontrati dal famoso ed emblematico scrittore inglese.

Nuraghe Su Nuraxi (Barùmini)
Marmilla
Anche la Marmilla è caratterizzata da un paesaggio prevalentemente collinare. Comprende la giara di Gesturi la giara di Siddi, la giara di Serri, l’altipiano di Genoni ed il bacino del Rio Mannu d’Isili.
Rinomata soprattutto per la produzione di grano di prima qualità, è conosciuta per il territorio fertile, adatto alle piantagioni del frumento color oro, tanto che, fin dai tempi antichi era chiamata “il granaio di Roma”. La coltivazione di olive, la produzione di olio, di vino sono le altre principali attività agricole della zona.
La giara di Gesturi (sa giara manna) è un altipiano basaltico. Habitat naturale, incontaminato, degli ultimi cavalli selvaggi d’Europa, i famosi cavallini di Gesturi. La primavera è la stagione migliore per scoprire quest’area dell’isola.
Il paese omonimo sorge poco distante. Un grazioso borgo, con al centro la chiesa dedicata al Beato Fra’ Nicola da Gesturi, le cui spoglie riposano a Cagliari.
La Marmilla è un’area che si distingue non solo per i paesaggi ma anche per le sue ricchezze culturali.
Assolutamente da vistare il sito nuragico Su Nuraxi (nel parlato Nuraji) di Barùmini. In questo piccolo borgo, nel quale, nel 1914 nacque l’archeologo Giovanno Lilliu, da vedere è anche la cinquecentesca Casa Zapata.
Sulla strada per Cagliari svetta il castello di Las Plassas, adagiato dolcemente su un alto promontorio, tra colline coniche che sembrano celare tanti nuraghes.

Chiesa campestre di San Sebastiano
Sarcidano
Il Sarcidano si estende tra Campidano, Marmilla e Barbagia.
Ricco di numerose testimonianze archeologiche, nel Sarcidano, si estendono tre laghi artificiali: Mulargia, Flumendosa e il San Sebastiano. Quest’ultimo, situato nel territorio di Isili, ospita un isolotto, su cui si erge un’antica chiesa campestre dedicata, appunto, a San Sebastiano.
Questa piccola chiesetta, fino alla metà del 1800, è stata luogo privilegiato da persone facoltose, per la celebrazione di fastosi matrimoni. La legenda narra che questa tradizione fu abbandonata a causa di un fatto di sangue.
Un giorno, dopo la cerimonia solenne di due sposi, irruppe un giovane alla festa che si lanciò contro lo sposo, accusandolo di avergli sottratto l’amore della vita.
Trascinò il mal capitato sul ciglio di una rupe spingendolo nel lago sottostante. La sposa, che aveva tentato invano di salvare l’amato, precipitò nel baratro dopo di lui.
Il giovane fu giustiziato dalla folla, che gli riservò la stessa sorte dei due sventurati amanti.
Da allora, il tratto del lago sottostante la rupe, da dove i due giovani amanti persero la vita, è chiamato “sa piscina de sa sposa”.
Laconi è indubbiamente una delle perle del Sarcidano. Ospita il museo delle statue menhir, il parco Aymerich, nel quale è possibile vedere i resti del castello medioevale, rinfrescarsi con acque cristalline di incantevoli cascate naturali oppure visitare la casa natale di Sant’Ignazio da Laconi, Santo al quale i sardi sono molto devoti.